Mauro Staccioli. Sensibile ambientale
a cura di Alberto Fiz
13 giugno – prorogata al 4 novembre 2018
Terme di Caracalla, Roma, Italia
La prima retrospettiva dedicata all’artista toscano dopo la sua scomparsa è stata promossa dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, in collaborazione con La Galleria Nazionale di Roma, l’Archivio Mauro Staccioli ed Electa.
Ventisei opere segnano le monumentali rovine delle Terme di Caracalla e i suoi sotterranei.
Sedici sculture – come Seneffe in acciaio tubolare di dieci metri di diametro, o Portale in acciaio corten di dieci metri d’altezza – dialogano e interagiscono con l’imponente complesso termale romano. Non mancano numerose opere storiche come Barriera o Piramide di forte connotazione ideologica e politica, già esposte a Volterra nel 1972 in occasione della prima mostra di Staccioli in un contesto urbano. Le altre sculture, dalla geometria primaria, spesso dall’equilibrio sospeso – quali il Triangolo dai lati curvi, l’Ellisse verticale o il Cerchio imperfetto – sono allestite nei suggestivi sotterranei delle Terme che custodiscono gli antichi reperti.
La mostra è accompagnata da un’ampia monografia edita da Electa che, accanto al saggio di Alberto Fiz, pubblica interventi e testimonianze di Marco Bazzini, Bruno Corà, Hugh Davies, Massimo Mininni, Robert C. Morgan, Giuseppe Panza di Biumo, Simona Santini e un’intervista di Gillo Dorfles.
L’autunno di Staccioli. Progetti speciali
In seguito al grande interesse suscitato da Sensibile ambientale, la Soprintendenza Speciale di Roma proroga la mostra sino al 4 novembre. Per approfondire il percorso dell’artista sono stati previsti due appuntamenti, sabato 22 settembre alle Terme di Caracalla e martedì 9 ottobre alla Galleria Nazionale di Roma.
Il 22 settembre, in occasione delle Giornate del Patrimonio, Giulia Staccioli, figlia dell’artista, presenta Equilibrio Sospeso, una performance di danza acrobatica e musica intesa come vero e proprio omaggio all’arte del padre realizzata dalla sua compagnia milanese Kataklò Athletic Dance Theatre.
Giulia Staccioli, coreografa e negli anni ottanta campionessa di ginnastica ritmica, ha approfondito il linguaggio del corpo attraverso un processo di sperimentazione in grado di conciliare gesto atletico e arte. Con l’accompagnamento musicale di Andrea Pozzoli, i ballerini (i costumi sono realizzati con tessuti di Alcantara) si esibiranno intorno a Barriera, la grande installazione di nove elementi che apre la mostra, dando vita ad un spettacolo realizzato per questa occasione e dove si descrive, in chiave metaforica, il percorso creativo dello scultore, dall’ideazione sino all’essenzialità della forma.
«I danzatori agiscono come segni che si muovono nello spazio –afferma Giulia Staccioli–. Ciascuno interpreta il dissidio e il tormento che conduce alla realizzazione dell’opera finale». Lo scultore e sua figlia si sono più volte incontrati nel corso delle loro esperienze professionali e nel 1988 Giulia, durante la sua partecipazione alle Olimpiadi di Seul, passava quotidianamente accanto alla grande installazione di 26 metri in cemento rosso e ferro collocata proprio quell’anno dallo scultore nel parco olimpico della città. E proprio Staccioli a proposito di Seul ’88 scriveva: «Mi vengono in mente gli atleti sul podio con le braccia alzate e la loro esultanza. La forma si apre, accoglie lo spazio, descrive il suo senso disponendosi in un movimento sospeso e la memoria ritrova frammenti di cose viste».
La performance sarà introdotto dall’attore Franco Ricordi, ben noto per il suo progetto su Dante, che leggerà alcuni scritti dell’artista.
Il 9 ottobre, nella sede della Galleria Nazionale che ha tra i suoi simboli Roma ‘11, il grande cerchio di Staccioli dal diametro di dieci metri collocato a lato della facciata, è previsto un incontro di approfondimento sull’opera dell’artista a cui partecipano, insieme alla direttrice della Galleria Nazionale Cristiana Collu, al Soprintendente Francesco Prosperetti e alla direttrice delle Terme di Caracalla Marina Piranomonte, il curatore della mostra Alberto Fiz, il critico e storico dell’arte Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri e Massimo Bignardi, docente di storia dell’arte contemporanea all’università di Siena e studioso di arte ambientale. L’incontro consente di riflettere sull’indagine di un grande protagonista internazionale della ricerca plastica rimasto ancora in parte sottovalutato. Secondo Alberto Fiz «Staccioli necessita di una specifica trattazione in quanto la sua vicenda non appare affatto omologabile ed è proprio la sua assoluta indipendenza nei confronti dell’establishement e la presa di distanza dai movimenti più in voga a renderlo un caso così peculiare». Durante l’incontro viene proiettato il video Mauro Staccioli. Luoghi d’esperienza.