Labirinto, 1971
Legno laccato, 25×63,3×63,3 cm
Archivio Museo Mauro Staccioli, Volterra
Tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta al centro della riflessione dell’artista è la condizione esistenziale dell’uomo e il connesso sviluppo della tematica dei Muri, strutture caricate di strumenti in ferro come punte, ganci da macellaio, grate e inferriate. I muri divengono così celle, barriere impossibili da oltrepassare, nati dal ricordo delle torture e delle stragi perpetrate dai nazi-fascisti nei confronti dei partigiani. È pertanto seguendo questa linea che Staccioli realizza nel 1971 il Progetto Minosse, un intervento che prevede un labirinto di 5×5 m sui cui muri pendono grandi e pesanti ganci da macellaio; una “Situazione-ambiente” in cui la dimensione del labirinto intrappola l’uomo, costretto a relazionarsi con lo spazio e a constatare la sua impotenza di fronte ai ganci di ferro, simbolo di violenza e di morte. Il progetto non è mai stato realizzato ma il modello in scala e tre muri con ganci sono stati esposti nel 1972 in occasione della “Rassegna San Fedele” presso la Galleria San Fedele a Milano.
© Enrico Fontolan, Bibliotheca Hertziana – Max Planck Insitute, Roma. Courtesy Archivio Mauro Staccioli.
L’Archivio Mauro Staccioli ha collaborato con la Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institute di Roma per la digitalizzazione dell’intero corpus documentario afferente ai lavori realizzati o ipotizzati dall’artista, dall’inizio della carriera fino al 1988. Si ringrazia il fotografo Enrico Fontolan, il Digital Humanities Lab e il Fondo Fotografico della Bibliotheca Hertziana per l’enorme lavoro svolto. Tutto il materiale è consultabile online cliccando qui.