Loris Cecchini (interactive: Alberto Chiusoli)
Waterbones (SCRNSAVE project), 2020
Animazione digitale HD, 1’30’’
© Loris Cecchini 2020
Courtesy Loris Cecchini Studio
La ricerca di Loris Cecchini riflette sul concetto di ‘organismo’ inteso come un sistema in perenne evoluzione che si autogenera, costruendo la propria crescita a partire da un modulo, alla stregua di quanto avviene in architettura.
Se Staccioli, nell’arco della sua attività, ha replicato specifiche forme geometriche (cerchi, quadrati, coni, parallelepipedi…) collocandole in determinati spazi naturali o urbani come loro segni connotanti, Cecchini in Waterbones (SCRNSAVE project) replica una forma, molto ricorrente nel suo lavoro, per connotare uno spazio non più fisico, ma completamente digitale.
Per farlo, mutua altresì il linguaggio stesso della dimensione digitale, realizzando un video sotto forma di screensaver, dove, su fondo nero, la forma minimale bianca si moltiplica, costruendo la propria crescita sistemica ed esponenziale a partire da un primo modulo.
Lo screensaver, in quanto tale, inganna la nostra percezione illudendoci di essere di fronte a una profondità spaziale e alla costruzione di un’immagine tridimensionale e infinita, la quale rimane invece bloccata nello spazio limitato e bidimensionale dello schermo.
“L’idea del lavoro come screensaver nasce nella relazione con lo spazio puramente virtualizzato dello schermo, un momento tecnico in cui il computer va in riposo apparente; nella dinamica dell’utilizzo lineare della macchina diviene un istante più o meno prolungato di pausa, quasi un distacco che il computer si prende in un determinato periodo di tempo, e che, in qualche modo, ‘pensa ad altro’. L’idea della crescita germinale e dell’espansione e contrazione del modulo nello spazio presente nello schermo, si riferisce ad una capacità autogenerativa del processo formale, così come avviene nell’ambito più prettamente fisico di alcuni miei lavori: tramite funzioni parametriche vengono precisati una serie di elementi dimensionali, quantitativi, di gestione delle forme; andando ad agire su questi numeri si possono generare da una forma o idea base un numero virtualmente infinito di alternative.
Ho scoperto questo concetto visibile di ‘processo’ qualche anno fa ma in modo completamente analogico, lavorando fisicamente sulle sculture modulari, tentando di liberare una certa idea di massa scultorea e facendola spazialmente agire per parcellizzazione in divenire: la libertà delle piante e più in generale i fenomeni di aggregazione degli organismi cellulari sono stati per me esemplari nel tentativo di instaurare un diverso genere di relazione spaziale, in una strategia formale / linguistica che da una parte è fortemente vincolata al contesto, dall’altra completamente libera di riferimenti e autonoma nella sua funzione semantica. Un atteggiamento che trova relazione con certo minimalismo e arte processuale e allo stesso tempo con dei rimandi a certo Barocco, che analogamente ha visto nella riscoperta della natura, dello spazio come elemento mentale e biologico, un modo espressivo perfettamente coerente ad un senso di meraviglia strutturale” (Loris Cecchini)
Loris Cecchini (1969) vive e lavora a Milano.
Ha tenuto prestigiose mostre personali tra cui quelle al Palais de Tokyo, Parigi; Musée d’Art Moderne de Saint-Étienne Métropole, Saint-Priest-en-Jarez; MoMA PS1, New York; Shanghai Duolun MoMA, Shanghai; Centro Galego de Arte Contemporánea, Santiago di Compostela; Kunstverein, Heidelberg; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.
Ha partecipato a rilevanti rassegne internazionali tra cui la 56a, 51a e 49a Biennale di Venezia, la 6a e la 9° Biennale di Shanghai, la 15a e 13a Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valencia e l’8a Biennale di Urbanistica/Architettura di Shenzhen.
Ha preso parte a numerose collettive tra cui quelle presso: Ludwig Museum, Colonia; PAC, Milano; Palazzo Fourtuny, Venezia; MART, Rovereto; The Garage Centre for Contemporary Culture, Mosca; Musée d’Art Contemporain, Lione; MOCA, Shanghai; Deutsche Bank Kunsthalle, Berlino.
Ha realizzato installazioni permanenti site-specific, in particolare a Villa Celle (Pistoia), nel cortile di Palazzo Strozzi (Firenze), alla Fondazione Boghossian (Bruxelles), al Cleveland Clinic’s Arts & Medicine Institute (USA), a Les Terrasses Du Port (Marsiglia), al Shinsegae Hanam Starfield (Seoul), al Cornell Tech Building (New York).
Sito web: www.loriscecchini.org
in colloquio con Mauro Staccioli, Volterra, 1972
Foto di E. Cattaneo